Non sarà certo ricordata come l'annata modello anche se sta terminando in maniera molto positiva e con un 8 - 10% di prodotto in meno.
27/09/2013
L’annate 2013 per la Borgogna è un po’ diversa da quella nostra italiana. Certamente le Alpi sono una linea di confine determinante per il clima, anche se anche la primavera si è confermata anche oltralpe tra le più piovose e umide degli ultimi decenni. Un fattore che ha causato una perdita di infiorescenza che ha portato ad un numero di grappoli in quantità inferiore alla media. Si stima che ci sia una perdita di produzione dall’8 al 10% sulla media decennale, il che significa, un totale inferiore a 1,4 milioni di ettolitri. I grappoli sono piccoli, meno compatti del solito ma con un ottimo gradi di sanità e particolarmente ricchi di componenti aromatiche e fenoliche; ciò dovuto al fatto che si sono alternate notti molto fresche a giornate particolarmente calde soprattutto nel mese estivo ed in particolare agosto. Dopo le lunghe piogge in effetti quella del 2013 si è dimostrata una delle estati tra le più secche e soleggiate del decennio. Il calo vegetativo della pianta quindi si è consolidato e la vendemmia si sta avviando ad una particolare precocità. I primi grappoli di Chardonnay sono stati raccolti attorno al 25 settembre, in condizioni climatiche ideali. Fortunatamente solo il 4,5% della superficie totale del vigneto bourguignonne è stato colpito da grandine (ricordiamo il devastante fenomeno del 23 luglio nella Cote de Beaune). In pratica solo 1350 ettari anche se in alcuni casi in quei vigneti la produzione sarà praticamente assente. Un’annata bizzarra quindi che anche in Borgogna non sarà dimenticata facilmente ma che fa promettere molto bene soprattutto per la componente tannica e colorata dei grandi pinot neri.