Se vi dicessimo che esiste
una melanzana dal colore bianco, quasi candido, quanti di voi potrebbero affermare di averla vista su un banco ortofrutticolo, di aver avuto il piacere di assaporarla, di cucinarla e porla come portata principale ad una cena con amici?
La risposta non è difficile da immaginare. Questa varietà è sconosciuta ai più, rara da trovare nei supermercati ed ancor più rara da vedere coltivata lungo i campi o gli orti coltivati delle nostre splendide campagne.
Scandagliando banchetti ortofrutticoli e libri di cucina possiamo imbatterci in questa singolare varietà soffermandoci in particolare sulle regioni Puglia ed Emilia Romagna. La “Solanum melongena” Bianca, indubbiamente parente stretta della melanzana più comune, quella a buccia viola, è una pianta vigorosa, robusta e resistente, caratterizzata da un ciclo riproduttivo precoce. La sua presenza sul mercato si aggira sull’ 1% della produzione nazionale, mostrando così le difficoltà riscontrabili nel suo reperimento.
La “melanzana bianca”, la cui origine è incerta, probabilmente proveniente dalla Turchia, predilige climi caldi, mostrandosi insofferente al gelo, presentandosi al momento della semina come una bacca ovale lucente e liscia, di piccole dimensioni e dal caratteristico colore bianco.
Piatto ipocalorico ma ricco di calcio, fosforo, potassio, vitamine A e C e caratterizzata dalla completa assenza di antociani, con proprietà organolettiche simili al carciofo. Utile per il riequilibrio della funzionalità epatica e per la stimolazione dell’attività del fegato è da considerarsi un ortaggio “ipocolesterolemizzante”.
Ortaggio non commestibile crudo a causa della presenza di un’elevata quantità di “solanina”, una sostanza capace di creare irritazione, emolisi e sonnolenza in chi se ne ciba. Il trattamento termico mediante cottura neutralizza gli effetti nocivi della solanina rendendo la melanzana gustosa ed appetibile al palato.