Dal Prosecco ai metodi classici fino alle denominazioni più semplici qualche consiglio per l'estate
27/06/2014
Arrivata l’estate è tempo di bollicine! Pensate che lo spumante italiano ogni anno aumenta il suo fatturato e ormai, ad ogni latitudine nazionale, se ne producono, con più o meno buoni risultati. La tecnica supporta sempre di più i nostri produttori, anche nelle aree dove la tradizione “spumeggiante” non è mai stata particolarmente consolidata. E’ un dato di fatto però che nel nostro lifestyle italiano ormai la tradizione dell’”ape” o il lounge time, come si afferma in maniera più trendy, sono diventati momenti irrinunciabili per la stragrande maggioranza degli appassionati del vino. Dallo spritz, territorialmente partito dalle terre venete, fino ai più ricercati metodi classici trentini e della Franciacorta, è tutto un pullulare di proposte. Oddio su tutti rimane il Prosecco che mai come in questi anni, dall’avvento della DOC, sta, nel vero senso della parola, inondando i nostri bicchieri. Eppure l’Italia deve andare fiera di ciò che sta emergendo anche in fatto di bollicine. Ci saranno certamente i soliti “gufi” che diranno che noi ci accontentiamo di bere tanto e male e che solo i francesi producono bollicine di qualità. Beh provate a confrontare qualche brand Champagne blasonato nella sua versione più semplice e confrontatelo con molti nostri metodi classici italiani e vedrete che ne rimarrete quantomeno confusi! Ah fatelo alla cieca…così non siete condizionati dal nome e da tutto ciò che è un fattore psicologico.
Le bollicine in Italia sono così tante dunque che è difficile dire quali siano le migliori anche se fior fiore di degustatori ogni anno si impegnano in lunghe degustazioni per stilare delle classifiche. Noi ci limitiamo a segnalarvene alcune che ci piacciono e altre che sono nuove e da provare.
Eccone alcune…
Partiamo dal Prosecco che ogni anno offre un ventaglio produttivo sempre più ampio ed interessante. Partiamo dal più semplice e saliamo gradualmente…
Di Prosecco DOC c’è l’imbarazzo della scelta ma io ne vorrei segnalare uno che mi ha colpito per la cura e la piacevolezza con cui si propone. E’ il Grazia Angela Magagnini della cantina Cà di Augusta di proprietà della famiglia Faotto. Un extra dry millesimato che si propone con una bella bollicina elegante e fine e una bella rotondità. Un Prosecco che non ha la pretesa di emozionare per struttura e complessità ma molto semplicemente è buono e armonico nelle sue diverse componenti organolettiche. Profumi netti, fruttati, di pesca e albicocca, coerenza gustativa al palato e bella sapidità che accompagna una delicata persistenza. Ottimo da aperitivo, si sposa bene con appetizers salati e cruditè di pesce.
Mi ha colpito molto la piacevolezza dei vini Ruggeri quest’anno che ritrovo sempre di più in un loro must, il Gialloro Prosecco Superiore Extra Dry DOCG, un’ottima bevibilità e piacevolezza con un bell’equilibrio tra le parti morbide e i suoi 15 g/l di zuccheri e la splendida sapidità delle colline di Valdobbiadene. Fruttato e delicatamente floreale al naso ha una bollicina cremosa e consistente ma sostanzialmente fine. Nel finale arricchisce di sentori di frutta esotica e agrumi La sua freschezza è ideale per crudità di pesce e sfoglie e appetizers salati a base di salumi della tradizione veneta e formaggi freschi sia vaccini che caprini.
Un altro vino che non delude mai e che anzi rimane una bollicina da non perdere ogni anno è il Vigneto Giardino Prosecco Superiore Dry Rive di Colbertaldo DOCG della cantina Adami di Colbertaldo di Vidor. Un vino da una vigna antica e prestigiosa, la più importante dell’azienda e quella che ha offerto da sempre i più importanti successi. Anche quest’anno il Vigneto Giardino è elegante ed equilibrato con una bella sensazione di frutta fresca agrumata con belle componenti esotiche. Piacevole anche la sensazione sapida e l’evoluzione gustativa al palato. Si tratta di un Prosecco che abbina alle sue morbidezze una piacevolezza salina tipica delle marne fossili di Colbertaldo. Vino ottimo da abbinamento con sushi, pesce crudo, gamberi rossi siciliani e ricci di mare di Bagheria. Questo vino lo potete trovare su www.spaghettiemandolino.it.
Passiamo dal Prosecco ad altre bollicine metodo Charmat legate ad altre denominazioni italiane. Partiamo da una piccola denominazione, un fazzoletto di terra situato alla base del Lago di Garda: la Lugana. Qui ne avrei due da suggerire che mi hanno particolarmente convinto. La prima bollicina è legata ad una piccola cantina che si sta sempre più imponendo per qualità dei suoi Turbiana in purezza. Filippo Bottacini si è preso la responsabilità di questo vigneto di famiglia e presenta per la prima volta la sua bollicina Spumante brut Lugana DOC Palafitte. Un’interpretazione elegante e fine di una terra ricca di minerali che offre forte caratterialità e una sapidità salina unica. Piacevolezza e identità fruttata sono le sue note principali. Ottimo vino da pesce, ideale su primi piatti a base di mitili e insalate di mare.
Un altro prodotto che proviene dalla zona del Garda (questa volta bresciano) è lo splendido rosè di Cà dei Frati Metodo Classico Rosè Cuvèe dei Frati. Si tratta di un blend tipicamente legato alle zone delle terre di Desenzano del Garda e La Tur. Colline moreniche che offrono delicatezza e piacevolezza fruttata nei vini. Si tratta di un blend di uve rosse come Marzemino, Groppello, Sangiovese e Barbera. Il tiraggio è di 24 mesi e la sensazione briochè tipica si compendia molto bene con i frutti rossi le fragoline di bosco e la ciliegia speziata. Bella sapidità e rotondità con una lunga persistenza. Ottimo spumante da appetizers salati e da aperitivi festanti.
Saltiamo verso le colline orientali veronesi e qui vorrei segnalare un raffinato Durello della cantina Fattori di Terrossa di Roncà. Antonio è un purista del Soave e da sempre, fin da bambino, ha solcato le vigne della antica uva rabiosa, così la chiamavano i vecchi del luogo. Quell’uva era così acida e aspra da definirla appunto Durella, talvolta Cagnina..che è tutto dire. Antonio ha saputo spumantizzarla cercando al massimo di integrare questa selvaticità dell’uva con una piacevolezza fruttata e minerale dettata da un territorio vulcanico prezioso. La bollicina è elegante, fresca, agrumata con una piacevole sensazione di lime e buccia verde di cedro. Al palato è equilibrato con un finale decisamente ammandorlato. Ottimo aperitivo che si abbina bene a piatti della tradizione locale e in particolare alla soppressa di Brenton.
Nella Franciacorta di vini di pregio ce ne sono molti. Uno che mi ha particolarmente emozionato è la Riserva Dosaggio Zero dell’azienda Lo Sparviere della famiglia Beretta di Monticelli Brusati. Un prodotto di grande classe con una forza organolettica impattante molto netta e decisamente equilibrata. Bollicina fine e raffinata con una bella cremosità. Naso pieno e complesso di lieviti e crosta di pane fresco con componenti acidule di frutta bianca, mela, pera e componenti agrumate gialle. Freschezza minerale e sapidità sostanziale al palato con una bella componente esotica che identifica pienamente lo Chardonnay in purezza di cui è composto questo Franciacorta. 72 mesi sui lieviti sono garanzia di emozione e rendono questo vino superbo per una cucina d’autore, pesce, crostacei, raffinato culatello parmense, purezza lattea di Parmiggiani stagionati da Vacche Rosse Reggiane. Solo 5000 bottiglie!
Il Trento DOC non può mancare tra le nostre segnalazioni. Anche qui la tradizione spumantista è pregevole e il clima, la latitudine, la composizione minerale dei terreni, sono elementi che rendono questo territorio uno dei più vocati per la produzione di metodi classici di altissima qualità. C’è una cantina che mi piace segnalare e un loro vino in particolare. Bellaveder è un’azienda di piccole dimensioni che si trova sulle colline di Faedo e i suoi vini sono interpretazioni perfezioniste dei vari vitigni di proprietà. Il Trento DOC Brut Riserva rimane sui lieviti per circa 40 mesi ed è una bellissima espressione di eleganza dello Chardonnay trentino. Freschezza, equilibrio, finezza del perlage e piacevole nettezza delle componenti aromatiche sono elementi che lo fanno essere uno dei migliori metodi classici trentini. Note minerali e agrumate accompagnate da morbide inclinazioni di frutta esotiche sono compenetrate in una rotondità dei lieviti in crosta di pane croccante. Ottimo spumante per aperitivi succulenti, pesci, crostacei, cruditè, ostriche. Nei periodi più caldi accompagna amorevolmente baccalà mantecati veneziani e vicentini.
Avreste mai detto poi che anche il Lambrusco può diventare un intrigante ed emozionante spumante metodo classico? Bellei è una firma per questa interpretazione del vino italiano più pop in assoluto. Cristian Bellei continua con la tradizione del padre e con al sua nuova realtà enologica Cantina della Volta ne produce uno veramente interessante. È un lambrusco di Sorbara in purezza vinificato con metodo classico e rimane sui lieviti per almeno tre anni. Una crema di lamponi e ciliegine amarene che si fonde con le sinuosità tipiche briochè dei metodi classici. Bella freschezza e rotondità con una netta sapidità e una ottima persistenza gustativa. Intrigante appunto! Più difficile da abbinare forse ma certamente ideale per aperitivi e appetizers saporiti con salumi della tradizione emiliano romagnola.
Buona estate spumeggiante!!
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