Se non si rispristinano i dazi doganali nei confronti di Cambogia e Myanmar a rischio la produzione europea di riso dei prossimi decenni.
13/10/2016
Ci sono paesi e città in festa in questi giorni. Festeggiano un loro prodotto dal forte carattere identitario; il riso. Centinaia di migliaia di persone si stanno riversando sotto i padiglioni di Isola della Scala a Verona e a Mantova per assaporare la bontà del loro Vialone Nano. Eppure c'è un forte rischio che anche questi prodotti di eccellenza possano subire un grave danno da quello che sta succedendo nei mercati internazionali. Dal 2009 l'Unione Europea ha tolto i dazi doganali nei confronti di due paesi come la Cambogia e il Myanmar. Forse per aiutare dei popoli comunque poveri. Ma facendo questo non ha valutato la quantità di prodotto che sarebbe entrato a prezzi antimercato, totalmente fuori dalla competizione equa. Nel 2015 l’Unione europa aveva raccomandato al governo cambogiano di stabilizzare i volumi dell’export di riso verso l’Europa, ma la promessa è stata totalmente disattesa, tanto che la Commissione europea ha nuovamente inviato una sua delegazione in Cambogia il 13 luglio 2016; un incontro che non ha prodotto alcun risultato concreto.
“In realtà l’impegno della Commissione sembra essere soltanto di facciata – ha dichiarato Paolo Carrà, Presidente dell’Ente Nazionale Risi - perché non ha mai voluto, sinora, assumere decisioni formali nei confronti di Cambogia e Myanmar. Le sole promesse degli operatori cambogiani non bastano a salvaguardare gli interessi della filiera risicola comunitaria. È necessario quindi unire le forze per arrivare a Bruxelles con una posizione comune che convinca le Istituzioni comunitarie ad agire con rapidità”.
In Italia la raccolta del riso (e dalle nostre parti si tratta di riso Carnaroli) sta procedendo a pieno ritmo grazie alle belle giornate autunnali. Alla data odierna, la raccolta ha raggiunto il 60% della superficie seminata, ma, considerato il ritardo delle operazioni rispetto all’anno scorso, è ancora impossibile preventivare l’entità della produzione.
La produzione italiana è destinata per un terzo al consumo interno ed il resto è avviato all’esportazione in Europa e nel mondo. In Italia si coltivano circa 140 varietà. Il riso, secondo la normativa europea, si può suddividere in chicchi tondi (adatti per minestre e dolci), medi (timballi, sartù, etc.), lunghi A (risotti) e Lunghi B - Indica (contorni). Le varietà vanto dell’alta gastronomia italiana nel mondo e predilette dai grandi chef sono il Carnaroli, l’Arborio ed il Vialone Nano.
L’emergenza è determinata dal record delle importazioni comunitarie di riso lavorato “Indica” nella campagna 2015/2016 e dalla riduzione delle esportazioni comunitarie che hanno generato un aumento degli stock comunitari di riporto nella campagna attuale.
Per contrastare questa decisione e ripristinare i dazi doganali su Cambogia e Myanmar, l'Ente Nazionale Risi, organizza per gennaio 2017 un grande vento con tutti i paesi europei produttori di riso. Sarà un evento duro e determinato. Ne va del futuro delle produzioni risicole dei prossimi decenni.
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