Grande successo per la terza edizione dell'evento Valcalepio En Primeur
26/05/2017
Di Bergamo conoscevo solo gli orari della navetta stazione FS - aeroporto Orio al Serio. Sempre di corsa, sovraccarica, rischiando di perdere il volo comprato scontatissimo mesi prima per visitare in un fine settimana (quindi sempre di corsa) una città europea scelta a caso, facevo qualche foto sfocata della Città Alta dal bus mentre partiva.
Sempre di corsa...perché dobbiamo avere un motivo per fermarci? Come se la bellezza di Bergamo e la curiosità di scoprire i sui borghi, i fiumi, le montagne, i laghi e le valli con i loro vini, formaggi, salumi prodotti da gente che ama ciò che fa (perciò lo fa bene) non fossero abbastanza. Così, partecipando alla terza edizione di Valcalepio En Primeur, manifestazione enogastronomica al Castello di Grumello, ho scoperto la piacevolezza del fermarmi.
Sono in Valcalepio, a Grumello del Monte tra Bergamo e il lago d'Iseo, regno della rinascita e dell'affermazione dell'enologia bergamasca. Queste colline vitate che si difendono dall'industrializzazione sono gelosamente custodite dall'amore e dalla cura dei produttori che incontro prima nella degustazione “en primeur” (vendemmia 2016) all'interno della barricaia del Castello e poi, con i loro vini pronti, nelle splendide sale della Tenuta del Castello di Grumello.
Kalos-Epias, da cui deriva il nome Valcalepio, significa in greco “Terra buona, terra dolce” dalla cui unione con il lavoro dell'uomo è nata nel 1976 la Valcalepio D.O.C. che ho conosciuto meglio grazie a Ian D'Agata, tra i più competenti wine writer al mondo (docente alla New York University e Direttore di Vinitaly International Academy), il quale, nella relazione introduttiva all'evento, evidenzia quali e quante sono le potenzialità della Valcalepio, zona vitivinicola in grandissima crescita per livello qualitativo.
A cominciare dal vino ottenuto da Cabernet Sauvignon e Merlot che sono le due cultivar che danno, grazie alla particolare vocazione del terreno, un taglio unico perché diverso da ogni altro taglio bordolese di questo tipo. Continua con i vini bianchi dati da un blend di Chardonnay e Pinot Grigio, non così usuale, che qui dà ottimi risultati. Infine i vitigni autoctoni come il Moscato di Scanzo, esistente solo ed esclusivamente nella provincia di Bergamo, oppure la varietà Merera, coltivata in queste terre già dal XVIII secolo che è oggi importante recuperare per non perdere quella biodiversità di cui l'Italia è unica al mondo.
Marketing territoriale è anche questo, fare conoscere una zona vitivinicola ancora troppo poco approfondita per valorizzare il territorio e portare sviluppo sostenibile alle sue genti cosicché chi va sempre di corsa non si accontenti di qualche foto scattata dal finestrino di un bus ma si fermi ad assaggiare questa sorpresa di vini con un bel piatto di Scarpinòcc (pasta all'uovo simile al Casoncello ma con ripieno a base di formaggio). Io mi sono fermata.
(Immagini Credits Elena Miano e Foto Corini)