Cristina e Gelmino parlano con gli occhi...è grande la loro soddisfazione nell'accogliermi tra le bellissime colline nere di Brognoligo! Ed è un'emozione anche per me...finalmente posso cogliere l'anima semplice di questa bellissima azienda, così fortemente incarnata con lo spirito Soave più autentico!
Per visitare i vigneti a cui tengo molto devo indossare un bel paio di stivali di gomma e devo dire che questo mi ha aiutato ancora di più a respirare l'autenticità della natura rigogliosa dove sono piantate le vigne di Gelmino.
Una bella corsa in panda tra antiche stradine di campagna che solcano e delimitano vigneti storici e prestigiosi. Salite ardue che testimoniano l'eroismo della viticoltura diBrognoligo. Un bel divertimento comunque che capita poche volte!
Le terre qui sono nere, essenzialmente vulcaniche, tufacee e labili in superficie tanto che si lasciano sgretolare facilmente dagli agenti atmosferici...ma sotto è la roccia più dura a sostenere e garantire profondità alle radici. Prima andiamo verso i Montesei.
Ci arriviamo incuneandoci verso la piccola valletta che da Brognoligo arriva fino in fondo al comprensorio delle Rugate seguendo il piccolo ruscello Rio delle Carbonare. Qui si respira l'anima più antica del Soave, dove le vigne sinuose si inerpicano quasi a dare forma al territorio, come fossero corpi austeri avvinghiati alla roccia. È emozionante vedere con quanta cura Gelmino e Cristina curano le proprie viti. Ne parlano come fossero figlie, con quel trasporto che è tipico di chi vive tutto il giorno a loro contatto. Le conoscono una per una. Sanno di ognuna come si comporteranno, l'uva che produrranno, le migliori e le più reticenti, le più vecchie e le più pregevoli.
Qui l'acqua non arriva...Gelmino racconta di come sia difficile negli ultimi anni garantire buona sopravvivenza alle viti. Per fortuna che la Garganega è una vite che sa soffrire e soprattutto combattere contro la siccità penetrando la terra. Una roccia scura vulcanica minerale e ricca di umidità libera. Il vigneto Montesei è incastonato in un'arena di viti a pergola veronese affascinante e si distingue per la perfezione delle potature e la pulizia del suolo. L'esposizione è a sud, sud ovest, l'altitudine di circa 200 m slm.
Dai Montesei si è proseguito su su attraverso stradine ripide che lasciano la piccola valletta del Rio Carbonare e si è arrivati in uno scenario completamente diverso, molto ampio, dove emergevano dolci coni vulcanici neri avvolti da vigne a pergola con qualche insinuazione a guyot molto rara. Uno spettacolo paesaggistico dove Gelmino e Cristina possiedono la loro vigna più prestigiosa assieme alle Battistelle che si osservano in lontananza più a nord.
Siamo arrivati sul comprensorio delle Carbonare...il nome è un programma! Qui sembra di essere a Pantelleria se non fosse che il mare non si vede in lontananza. Ma è un mare che si fa ancora sentire. Il mare tropicale che bagnava e sommergeva questi piccoli vulcani 50 60 milioni di anni e che ha lasciato il suo spirito. Terreni ricchi di minerali, salini, che offrono sostanziali strutture, sapidità, freschezza e complessità aromatiche ai vini e che li marchiano con il profumo dello iodio e della grafite pura sciolta dal fuoco della terra.
E' qui che incontrato e ascoltato l'emozione di Gelmino e Cristina. Ma erano gli occhi a parlare prima ancora che le labbra...ed ecco venir fuori tutta la loro storia d'amore, di lunghi sacrifici non ancora compiuti. Il desiderio di poter vedere concretizzati gli sforzi e il sogno di poter contenere in una bottiglia la loro idea di Soave. Un'idea semplice che scaturisce dalla consapevolezza di possedere la vigna tra i più prestigiosi cru dell'intera denominazione. La fiducia assoluta nel creato e in quello che la natura può compiere.
Alla sommità del vigneto sulle Carbonare Gelmino possiede un bellissimo chalet che il padre aveva costruito come rifugio dell'anima e luogo del divertimento dello spirito. Un luogo immerso tra i vulcani più antichi da condividere con la famiglia e gli amici, dove passare le domeniche primaverili allo sbocciare delle ginestre e degli iris blu spontanei. Dove festeggiare la vendemmia e il buon raccolto e dove torchiare le uve per il mitico Vin Santo de Brognoligo che ancora oggi viene preparato con maestria da Gelmino. Una rarità che la famiglia non ha mai smesso di preparare. Il momento della svinatura del vin santo è intriso di sacralità e di antiche tradizioni e credenze popolari che Gelmino fa rivivere ogni anno.
I piccoli appezzamenti che tendono verso il cru del Monte Castellaro e le Battistelle sono invece dotati di una bellissima esposizione est sud -- est e sono talmente ripidi da essere riconosciuti anche da Gelmino e Cristina come i più difficili da vendemmiare. Da questi appezzamenti si produce il vino più importante dell'azienda che è il Sacripante, dal nome di un antico avo della famiglia di Gelmino proprietario delle terre già nel 1600 - 1700.
Abbiamo dato tanto spazio ai vigneti perché, forse mai come nel caso delle Battistelle, tutto ha inizio là! Gelmino infatti riconosce che il suo sforzo è quello di mantenere al massimo la purezza della Garganega che raccoglie cercando al minimo di soffocarne aromaticità e potenza. Il Sacripante ne è un esempio, un vino dove la Garganega emerge inequivocabilmente con la forza del terroir.
Tre i vini dell'azienda. Il prodotto base I Montesei, i cru Le Battistelle e Sacripante. Un crescendo di piacevolezza e di forza e complessità aromatiche dove l'elemento della vigna vecchia si fa sentire eccome. Soprattutto nei Montesei e nel Sacripante si coglie la profondità del frutto proveniente da uve ricche di estratto e di elementi minerali e sapidi.
Ma è la freschezza e la franchezza di questi prodotti che va segnalata. Alcuni li definiscono Soave di tradizione...io li amo definire essenza di Garganega in purezza! Difficili da trovare di questi tempi!
Ma si sa il vino parla il linguaggio di chi lo produce e l'anima gentile e semplice di Gelmino e Cristina li troviamo tutti in questi prodotti essenziali e di grande eleganza e rigore. Le Battistelle meritano una visita per capire il vero valore del Soave. Per cogliere l'essenza di uno dei più buoni vini bianchi del mondo!
Ah...anche per rinfrescare nella propria ispirazione che per produrre un grande vino è meglio rimanere con i piedi per terra!
Bernardo Pasquali