Se siete appassionati di Camilleri e del suo Commissario Montalbano, allora saprete che nel suo frigo la “Caponatina” dell'Adelina non manca mai: melanzane, cipolle, capperi, sedano, olive, aceto e un tocco di zucchero: deliziosa!
Ingrediente | Q.tà | Note |
---|---|---|
aceto bianco |
mezzo bicchiere |
|
capperi sotto sale |
100 g |
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Cipolle |
2 |
affettate finemente |
Melanzane |
3 |
a dadini |
Olio extravergine d'oliva |
|
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olive verdi |
150 g |
denocciolate |
Pomodori |
3 |
maturi |
Sale |
|
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Sedano |
2 cuori |
a pezzettini |
Zucchero |
2 cucchiai |
|
Prima di tutto fai bollire l’acqua in una pentola e sbollenta i pomodori, lasciali per un minuto e poi toglili dall’acqua e elimina le pelle e i semini.
Taglia a pezzetti le melanzane e friggile in abbondante olio evo, mescolando di tanto in tanto.
Nel frattempo prepara le cipolle affettate fine e mettile a soffriggere in un po’ di olio evo insieme con i cuori di sedano sempre a pezzetti.
Aggiungi quindi i capperi sotto sale, precedentemente lavati, e le olive snocciolate.
Quando il tutto è ben rosolato, aggiungi i pomodori a pezzetti e lascia cuocere per circa 15 minuti.
Trascorso questo tempo, aggiungi le melanzane fritte a questo sughetto, regola di sale, unisci l’aceto e lo zucchero e lascia cuocere per circa 15-20 minuti, finché il tutto non sarà ben amalgamato.
La caponata è buonissima soprattutto a temperatura ambiente ed il giorno successivo il gusto è ancora più intrigante.
" ... Appena aperto il frigorifero, la vide. La caponatina! Sciavuròsa, colorita, abbondante, riempiva un piatto funnùto, una porzione per almeno quattro pirsone. Erano mesi che la cammarera Adelina non gliela faceva trovare. Il pane, nel sacco di plastica, era fresco, accattato nella matinata. Naturali, spontanee, gli acchianarono in bocca le note della marcia trionfale dell'Aida. Canticchiando raprì la porta finestra dopo aver addrumato la luce nella verandina. Si, la notte era frisca, ma avrebbe consentito la mangiata all'aperto. Conzò il tavolinetto. Portò fora il piatto, il vino e il pane e s'assittò..." (Camilleri A., La gita a Tindari, Sellerio, Palermo, p.192)